Per ottenere il massimo incentivo dalla “Transizione 5.0” per l’installazione di impianti fotovoltaici, è fondamentale scegliere i moduli giusti. La misura premia, infatti, la qualità e l’efficienza degli impianti fotovoltaici, in particolare quelli che utilizzano moduli tecnologicamente avanzati, in grado di garantire performance superiori. Più alta è l’efficienza dei moduli, maggiore è il credito d’imposta che l’azienda può ottenere, con una percentuale che può arrivare fino al 60%.
Le nuove FAQ e disposizioni indicano che, per poter accedere al bonus fiscale, è necessario che i moduli fotovoltaici utilizzati rispondano a determinati criteri, come quelli legati alla performance energetica e al rispetto degli standard di efficienza. L’aliquota del credito d’imposta sarà tanto maggiore quanto più l’impianto fotovoltaico ridurrà il consumo energetico rispetto a quello che sarebbe stato utilizzato senza il suo impiego. In altre parole, investire in tecnologie avanzate come moduli fotovoltaici ad alta efficienza consente non solo di risparmiare energia, ma anche di beneficiare di un credito fiscale maggiore
Una specifica attenzione va rivolta ai moduli fotovoltaici di produzione europea, che sono incentivati dal piano, come sottolineato nelle linee guida della misura. L’introduzione di un registro ENEA, che classifica i moduli fotovoltaici in base alle loro prestazioni energetiche, favorisce l’utilizzo di tecnologie nazionali e garantisce che i benefici fiscali siano attribuiti a impianti che rispettano alti standard di qualità. Le aziende che scelgono moduli fotovoltaici che rientrano nelle categorie di eccellenza (ad esempio, moduli con un’alta efficienza energetica e una lunga durata) possono quindi ottenere un credito d’imposta più elevato, contribuendo anche alla crescita di un mercato green nazionale
Inoltre, oltre a garantire l’accesso a incentivi fiscali, l’impiego di moduli di alta qualità si traduce in un risparmio concreto per l’azienda, poiché si riducono i costi energetici nel lungo periodo. Questo tipo di investimento è quindi vantaggioso non solo per il recupero immediato attraverso il credito d’imposta, ma anche per l’ottimizzazione dei consumi e il miglioramento dell’efficienza energetica.
Ad oggi, le imprese che investono in impianti fotovoltaici possono anche sfruttare nuove opportunità come l’autoconsumo a distanza, una modalità che consente di utilizzare l’energia prodotta anche se l’impianto non si trova nella stessa località dell’azienda. Grazie a questa novità, le aziende hanno maggiore flessibilità nella gestione del proprio fabbisogno energetico, amplificando i benefici economici e sostenibili dell’investimento fotovoltaico
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Questa combinazione di incentivi fiscali, possibilità di risparmio e contributo alla transizione energetica rende l’investimento in fotovoltaico sotto il Piano Transizione 5.0 una scelta intelligente e vantaggiosa per le imprese, che potranno migliorare la propria competitività e sostenibilità economica nel lungo termine.
Le aziende che desiderano approfittare degli incentivi previsti dalla Transizione 5.0 possono beneficiare di agevolazioni fiscali su diversi tipi di impianti, inclusi quelli per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. L’incentivo riguarda non solo i gruppi di generazione, ma anche i trasformatori, i misuratori energetici, gli impianti per la produzione di energia termica destinata esclusivamente a processi aziendali (senza cederla a terzi), i servizi ausiliari e gli impianti per lo stoccaggio dell’energia prodotta.
Il dimensionamento degli impianti di energia elettrica deve essere progettato in base al fabbisogno energetico della struttura produttiva, considerando il consumo medio annuo e, se necessario, anche l’energia termica utilizzata nel processo. Gli impianti termici rinnovabili, alimentati da energia autoprodotta o certificata, sono inclusi nell’agevolazione.
Questo sistema di incentivi offre alle imprese l’opportunità di ridurre i costi energetici, aumentando al contempo la loro sostenibilità e indipendenza energetica, in linea con gli obiettivi della transizione ecologica. Grazie a queste misure, le aziende possono ottenere crediti d’imposta significativi, contribuendo al contempo a un futuro più verde e competitivo.
Per gli impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili il costo massimo ammissibile delle spese di cui al comma 1, lettere a), b) e d), è calcolato in euro/kW secondo i parametri previsti all’Allegato 1 al presente decreto. Le spese per l’acquisto e l’installazione di sistemi di accumulo di energia elettrica prodotta di cui al comma 1, lettera e), sono agevolabili fino ad un importo massimo complessivo pari a 900 euro/kWh. Per gli impianti di produzione di energia termica da fonti rinnovabili il costo massimo ammissibile delle spese di cui al comma 1, lettere da c) a e), è calcolato in euro/kW secondo i parametri previsti all’Allegato 1 al presente decreto
Per accedere al beneficio, le imprese devono presentare tramite il portale online del Gestore dei Servizi Energetici (GSE), la documentazione richiesta, unitamente alla descrizione dettagliata del progetto di investimento e il relativo costo. Una volta completato l’investimento, l’impresa è tenuta a comunicare il termine dei lavori, allegando, sotto pena di decadenza, la certificazione necessaria.
Il beneficio è condizionato dalla presentazione di specifiche certificazioni rilasciate da un valutatore indipendente. Questi valutatori, seguendo criteri stabiliti con un futuro decreto, dovranno confermare:
- Ex ante: la riduzione dei consumi energetici che si ottiene grazie agli investimenti effettuati sui beni; • Ex post: la realizzazione effettiva degli investimenti, in conformità con quanto dichiarato nella certificazione iniziale.
Il decreto stabilirà anche i requisiti richiesti per i soggetti autorizzati a rilasciare le certificazioni, inclusi i criteri di indipendenza, imparzialità e professionalità. Tra i professionisti abilitati al rilascio delle certificazioni, troviamo: - Esperti in Gestione dell’Energia (EGE) certificati da un organismo accreditato secondo la norma UNI CEI 11339; • Energy Service Company (ESCo) certificate secondo la norma UNI CEI 11352; • Ingegneri iscritti all’albo professionale (sezioni A e B), periti industriali, e periti industriali laureati iscritti nelle sezioni “meccanica ed efficienza energetica” e “impiantistica elettrica ed automazione”, con competenze certificate nell’efficienza energetica dei processi produttivi.